Case management familiare

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Case management familiare

 

La differenza sostanziale tra Managed care e Case management familiare in un contesto sanitario sta nel diverso tipo di approccio. 

Nel Managed care, il soggetto d’interesse è rappresentato dal sistema e dalle modalità di cure. Il Case management familiare, invece, si concentra sul paziente stesso, su un percorso di cura personalizzato e basato su un approccio multidisciplinare. Inoltre, nel Case management i pazienti vengono considerati come soggetti che stanno vivendo un percorso di disagio o malattia: non sono visti soltanto in funzione delle cure prescritte ed erogate in modo episodico e frammentario.

Al centro dell’attività c’è la persona da valutare nel suo insieme, secondo una visione olistica. Gli interventi su misura per ogni singolo caso si basano sul coordinamento di una pluralità di servizi e fonti d’aiuto.

La metodologia del Case management familiare si basa su 5 elementi fondamentali:

– valutazione iniziale da parte di un professionista specializzato (Case manager);

– costruzione di un piano assistenziale personalizzato;

– messa in atto del progetto mediante un pacchetto di servizi su misura;

– monitoraggio dell’attività di assistenza;

– valutazione finale.

Case management familiare: i punti di forza

Il Case management è una metodologia basata sulla valutazione di situazioni di fragilità in chiave multifattoriale. La valutazione viene effettuata in un’ottica olistica, considerando la complessità e globalità dei vari casi. Il Case manager mette insieme tutti i fattori: persona, contesto, lavoro, famiglia, territorio.

I punti di forza del Case management, in generale, e del Case management familiare, in particolare, sono due:

– l’approccio multidisciplinare;

– la garanzia di continuità assistenziale.

Case management familiare: una funzione intrapresa da un professionista nelle cure o nelle terapie

La figura in evidenza del Case manager familiare è il professionista specializzato in questa particolare metodologia. Non si tratta di un terapista o infermiere tradizionale ma di un professionista con specializzazione ad hoc o master.

Svolge diversi compiti nell’ambito del Case management familiare:

– valuta il paziente individuando i suoi problemi reali e potenziali, sviluppando un piano assistenziale personalizzato insieme al team multidisciplinare e identificando qualsiasi cambiamento degli standard previsti, dei bisogni e dello stato di salute del paziente;

– valuta la qualità dell’assistenza per garantire il perseguimento degli obiettivi con un adeguato utilizzo delle risorse, individuando qualsiasi opportunità di miglioramento della qualità assistenziale;

– individua i problemi della situazione in via preventiva piuttosto che retrospettiva;

– facilita e coordina l’assistenza della persona e le informazioni che la riguardano affinché ogni persona che si occupa di lei abbia i dati necessari sulla sua salute per assisterla al meglio;

– svolge un importante ruolo di educatore sia nei confronti del team assistenziale sia nei confronti del paziente e della sua famiglia (a cui fornisce informazioni basilari per affrontare la malattia e adottare comportamenti necessari come, ad esempio, il cambiamento dello stile di vita);

– facilita un’efficace comunicazione tra il paziente e gli altri soggetti coinvolti (famiglia, caregiver, badanti, specialisti, ecc.);

– migliora la qualità della vita rilevando e sviluppando le capacità residue del paziente per aumentarne l’autonomia ed evidenziando i suoi bisogni prioritari;

– monitora e verifica servizi ed attività forniti garantendo continuità assistenziale tra sociale e sanitario, tra ospedale e territorio;

– documenta tutta l’attività svolta attraverso report e feedback ai soggetti coinvolti.

La valenza strategica Case manager familiare

Considerando la carenza di personale sanitario ed i limiti nelle assunzioni e con il  rilancio delle cure domiciliari, la figura del Case manager emerge in termini di professionalità, utilità ed efficacia.

Grazie alla sua attività di coordinamento attraverso un approccio multidisciplinare, il case manager migliora l’efficacia e l’efficienza dell’assistenza sanitaria e sociale.

Il Case management familiare legato all’assistenza sanitaria domiciliare porta vantaggi non solo al singolo paziente ed alla sua famiglia ma alla comunità.

Tramite interventi di prevenzione, educazione terapeutica per l’autogestione della malattia ed informazione sanitaria, favorisce la promozione della salute incidendo positivamente sulla qualità della vita della popolazione.

Aumenta la responsabilizzazione delle famiglie, migliora l’accessibilità e l’orientamento ai servizi sanitari in sinergia con i vari professionisti presenti sul territorio e i diversi soggetti istituzionali.

Riduce i costi diretti di assistenza promuovendo la prevenzione e individuando precocemente i bisogni degli assistiti. Con il servizio domiciliare si riduce anche il volume di attività dell’assistenza ospedaliera e dei Pronto Soccorso.

Chi si assume il ruolo di Case manager deve avere ampie competenze

Il Case manager deve avere approfondite conoscenze di assistenza, finanza, dinamiche organizzative, gestione delle risorse, utilizzo dei piani di assistenza, protocolli e linee guida. Oltre ad un buon background clinico-specialistico, deve possedere buone capacità di educatore ed un’elevata capacità decisionale.

Disabilità, patologie croniche, demenza senile, Alzheimer, autismo, minori da proteggere, separazioni difficili, assistenza sociale, supporto psicologico. Il Case management familiare interviene in vari ambiti e situazioni complesse che riguardano il nucleo familiare.

Competenze legate al Case management familiare vengono attivate anche nell’ambito della cosiddetta ‘coordinazione genitoriale‘ alternativa alla disputa in contesti giudiziali ad alta conflittualità. Prevede interventi diversi ed alternativi ad altri (CTU, Mediazione familiare, ecc.) nel contesto del conflitto separativo 

Il case manager familiare rappresenta, in vari campi di applicazione, la persona di riferimento.

Si occupa di ogni esigenza dell’assistito evitando una presa in carico frammentata (che costringe le persone a passare da un servizio all’altro) che si rivela tanto inefficace quanto dispendiosa.

Come nel caso dell’infermiere case manager, il case manager familiare che opera in altri ambiti specifici ha il prezioso compito di informare ed educare anche caregiver e familiari dell’assistito.

Il case manager familiare che si occupa dei complessi disturbi dello spettro autistico richiede interventi articolati ed un team multidisciplinare composto da specialisti come logopedisti, psicologi, fisioterapisti, assistenti sociali, terapisti occupazionali, educatori professionali, medici. La sperimentazione della figura di case manager al servizio di persone con autismo sta mostrando risultati interessanti.

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