I disturbi del neurosviluppo
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Cosa sono i disturbi del neurosviluppo? Sono deficit del funzionamento personale, sociale, scolastico o lavorativo che si manifestano nelle prime fasi dello sviluppo. 

Il range dei deficit varia: si passa da specifiche limitazioni dell’apprendimento fino alla totale compromissione dell’intelligenza e delle abilità sociali. 

Rientrano tra i disturbi del neurosviluppo i disturbi della comunicazione, dello spettro autistico, dell’apprendimento, del movimento, il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (DDAI) e la disabilità intellettiva. 

C’è da specificare che un qualsiasi disturbo del neurosviluppo può colpire chiunque ed avere ripercussioni lievi o gravi nelle attività della vita quotidiana. Lo spettro di sintomi è molto ampio (autismo, disturbi cognitivi, dislessia) e questa caratteristica rende i disturbi del neurosviluppo difficili da trattare.

La neurologia funzionale può intervenire su questi disturbi attraverso un’accurata valutazione e trattamento mirato sui riflessi primitivi (o primari). E’ stato scoperto che i riflessi primitivi sono strettamente collegati ai disturbi dello sviluppo. Costituiscono la prima causa dei disordini di apprendimento e neuro-comportamentali.

Le neuroscienze funzionali offrono protocolli fondamentali per trattare efficacemente pazienti di qualsiasi età. Questi protocolli contengono tecniche all’avanguardia per individuare, migliorare e correggere i riflessi primitivi mantenuti che influiscono su svariate condizioni di apprendimento, comportamentali e sociali.

A prescindere dalla condizione o dal livello di gravità, considerando l’ampio spettro di sintomi dei vari disturbi dello sviluppo, identificare la causa è il primo importante step da fare per sperare in un progresso del trattamento.

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I disturbi del neurosviluppo: cosa sono i riflessi primitivi? 

Cosa sono i riflessi primitivi? Come si sviluppano?

I riflessi primitivi (o primari) sono meccanismi neurali strettamente collegati allo sviluppo cognitivo e motorio. Conservati nei primi 12 mesi di vita, permangono nel tempo e in età adulta. Provocano sottosviluppo neurologico in certe aree funzionali che incidono sul comportamento, sull’apprendimento, sull’elaborazione sensoriale e sullo sviluppo cognitivo.

L’attività motoria del feto dipende dai riflessi primari. Alcuni sono presenti alla nascita mentre altri si sviluppano in seguito. I riflessi primitivi che controllano le abilità motorie del neonato dovrebbero maturare per, poi, scomparire lasciando il posto ad altri riflessi (come quelli posturali) utili per gattonare, camminare, afferrare oggetti, parlare, ecc.

Il riflesso primitivo è una risposta motoria automatica e stereotipata a stimoli interni o esterni. E’ controllato dal tronco encefalico.

I riflessi primari sono alla base dello sviluppo del sistema nervoso del bambino. Sono i diretti responsabili della processazione di informazioni sensoriali (visive, tattili, uditive, olfattive e gustative). Sono fondamentali per sviluppare il controllo della testa e del tono muscolare, l’integrazione sensoriale e tutte le fasi evolutive.

riflessi primari

Riflessi primitivi trattenuti, attivi o non integrati: conseguenze sul neurosviluppo

Nel caso in cui il sistema nervoso non si sviluppa adeguatamente, per il bimbo sarà difficile elaborare ed interpretare le informazioni che provengono da uno o più sensi.

I sensi inviano segnali a specifiche aree del tronco encefalico dove vengono elaborate ed integrate con altre informazioni e trasmesse ai centri cerebrali superiori. 

Una stimolazione insufficiente del tronco encefalico da parte di informazioni tattili, vestibolari e propriocettive causa un tono dei muscoli estensori debole, scarso. Un deficit che ridurrà le stimolazioni sensoriali (un cane che si morde la coda) e causerà una postura errata e, a lungo andare, un disturbo dell’attenzione o una respirazione superficiale. Ecco perché i bambini devono essere toccati, cullati, abbracciati e lasciati liberi di muoversi nell’ambiente.

I riflessi primitivi devono essere sfruttati in un preciso momento dello sviluppo e per un certo periodo di tempo (necessario a sviluppare aree cerebrali superiori). Se tali riflessi restano attivi, trattenuti o non vengono integrati possono incidere negativamente sullo sviluppo cerebrale e sull’apprendimento. Possono contribuire all’insorgere di autismo, ADHD, problemi comportamentali, visivi, uditivi, disturbi dell’apprendimento.

La mancata integrazione dei riflessi primitivi ostacola lo sviluppo dei riflessi posturali.

neurologia funzionale

Neurologia funzionale: cos’è, come interviene sui disturbi del neurosviluppo

La neurologia funzionale, sviluppata dal Chiropratico Prof. Frederick Robert Carrick (luminare nel campo), è una branca della neurologia che si occupa di tutte quelle manifestazioni neurologiche caratterizzate, da una parte, da presentazione patologica e, dall’altra, da eziologia (ricerca delle cause) funzionale. Si può definire, senza esagerare, l’utilizzo più utile ed efficace di tutte le conoscenze scientifiche dell’ultimo ventennio-trentennio. 

Grazie alla neurologia funzionale, lo specialista può ‘comunicare’ con il cervello di un paziente (danneggiato o non adeguatamente sviluppato) raffinando all’infinito le sue capacità di osservazione.

In dettaglio, la neurologia funzionale si occupa di:

– epidemiologia dei disturbi psichici, educativi e neuro-comportamentali;

– sviluppo del cervello mediante segregazione, integrazione e localizzazione delle reti;

– sviluppo e mantenimento del riflesso primitivo e posturale in rapporto allo sviluppo del cervello;

– asimmetria cerebrale, sviluppo, funzione e integrazione degli emisferi, anche in rapporto con le difficoltà comportamentali, di apprendimento e di socializzazione.

Gli obiettivi della neurologia funzionale

Gli obiettivi della neurologia funzionale sono:

– comprendere il rapporto tra sviluppo del cervello, riflessi primitivi e la loro influenza sullo sviluppo, sui disturbi di apprendimento e neuro-comportamentali;

– scoprire il ruolo dei riflessi primitivi conservati nell’insorgenza dei disturbi neuro-comportamentali;

– effettuare valutazioni cliniche di squilibri del neurosviluppo;

– valutare i riflessi primitivi del paziente, mettere in atto specifici esercizi per inibire i riflessi disfunzionali favorendo lo sviluppo dei riflessi funzionali;

– individuare la connessione tra attaccamento/sistemi polivagali/squilibri emisferici ed i sintomi di vari disturbi (ossessivo compulsivo, di elaborazione sensoriale, ADHD, dislessia, autismo) ed altre problematiche psichiche, comportamentali e di apprendimento;

– pianificare trattamenti completi allo scopo di migliorare e correggere i disturbi del neurosviluppo da integrare con trattamenti riabilitativi, funzionali e psicoterapici.

In riferimento ai disturbi del neurosviluppo, la neurologia funzionale valuta e tratta i 7 riflessi primari, le possibili cause del riflesso mantenuto e di quello emergente, i sintomi associati alla ritenzione del riflesso primitivo. 

In particolare, dovrà identificare l’eventuale asimmetria dei riflessi primitivi in relazione con gli squilibri cerebrali, dislessia o ADHD.

In base ai risultati della valutazione, il neurologo valuterà la necessità o meno di integrazione per intervenire sui riflessi primari attraverso esercizi di risanamento. Per integrazione si intende la capacità di equiparare i 7 riflessi primitivi con le fasi di neurosviluppo.

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