Il racconto e il raccontarsi come aiuto allo sviluppo cognitivo, affettivo ed etico-valoriale
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Nell’ambito della didattica e non solo, la narrativa acquista sempre più importanza. Il racconto e il raccontarsi come aiuto allo sviluppo cognitivo, affettivo ed etico-valoriale ha assunto, negli ultimi anni, maggior valore in ogni campo. 

Certe discipline (tra cui antropologia, storia, epistemologia, sociologia, paleontologia, psicoanalisi, psicologia, neuropsichiatria) evidenziano sempre più l’importanza della narrazione. In particolare, il pensiero narrativo interessa l’ambito psicologico e pedagogico. Pensiamo ai lavori di Jerome Seymour Bruner, dei pedagogisti Marco Dallari e Duccio Demetrio, agli studi di Andrea Smorti e Maria Sbandi oppure al contributo della filosofa Adriana Cavarero.

La narrazione appartiene a tutti i popoli, a tutte le culture: il più delle volte, è un meccanismo inconsapevole e spontaneo.

Raccontare una storia e raccontarsi è un modo universale per dare un profondo significato agli eventi umani ed è anche l’unico modo per costruire la realtà ed il proprio mondo. La narrazione dà forma tanto all’esperienza immediata quanto al vissuto passato. E’ l’unico modo per trasmettere al mondo storie, vicende.

Il pensiero narrativo resta, a tutti gli effetti, quello più accessibile a tutti rispetto ad altre forme di pensiero. Si applica a partire dai 3 anni, in età prescolare. Quando ancora i bambini non sanno né leggere né scrivere, raccontano spontaneamente la loro vita talvolta inventando episodi mai accaduti. 

La narrazione è una funzione essenziale dei processi cognitivi ed è indissolubilmente legata alla sfera emotiva.

raccontarsi

Il racconto e il raccontarsi come strumento conoscitivo e interpretativo

Nella sua esperienza di vita, l’essere umano utilizza come primo strumento conoscitivo e interpretativo la narrazione dando senso e significato all’esperienza. Su questa base nascono altre forme di conoscenza che lo orientano nelle sue azioni. Il pensiero narrativo è anche un mezzo per dare forma alla propria identità attraverso il raccontarsi agli altri. Raccontando la propria vita all’esterno, allo stesso tempo ci assimiliamo e ci distinguiamo dagli altri. La narrazione diventa un ponte che mette in comunicazione la realtà con la mente e porta all‘apprendimento.

Oltre al pensiero narrativo esiste un altro pensiero con cui organizziamo e gestiamo la nostra conoscenza del mondo: il pensiero logico-scientifico. 

Il pensiero narrativo tratta di persone, di azioni umane (emozioni, affetti, desideri, credenze), di interazioni tra soggetti, coinvolge i sensi e l’immaginazione. Dà senso e significato alle esperienze.

Il pensiero logico-scientifico tratta di cose fisiche, ha lo scopo di cogliere regole, generi, categorie, nessi causali, concetti universali.

Non esiste una distinzione netta tra i due tipi di pensieri, le due forme non funzionano separatamente.

Le funzioni della narrazione a supporto dello sviluppo cognitivo, affettivo ed etico-valoriale

La narrazione conferisce un senso ed un significato all’esperienza, permette di spiegare le esperienze, di descriverle e raccontarle agli altri. Innesca processi di elaborazione, comprensione, interpretazione e rievocazione.

Bruner ha individuato 9 proprietà del pensiero narrativo per altrettante funzioni:

1) Sequenzialità: organizzazione dei fatti narrati secondo una sequenza spazio-temporale;

2) Particolarità: episodi con un contenuto preciso;

3) Intenzionalità: interesse per le intenzioni umane che guidano le azioni;

4) Opacità referenziale: tendenza a descrivere rappresentazioni di eventi piuttosto che fatti oggettivi, storie verosimili più che vere;

5) Componibilità ermeneutica: legame tra le varie parti della narrazione che consente di fornire un’interpretazione;

6) Violazione della canonicità: la narrazione affronta sia la normalità sia l’eccezionalità con la tendenza a “normalizzare” ciò che non viene considerato socialmente condiviso;

7) Composizione pentadica: in ogni storia esistono almeno 5 elementi (attore, azione, scopo, scena e strumento). Una narrazione regolare è caratterizzata da questi elementi in armonia tra loro;

8) Incertezza: la narrazione si trova a mezza via tra realtà e rappresentazione, nell’incertezza, e gli interlocutori possono adattare i significati da attribuire alla storia;

9) Appartenenza ad un genere: ogni storia si inserisce in un genere o stile che tende a rimanere costante.

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Il racconto e il raccontarsi a scuola

Bruner sostiene che soltanto la narrazione consente di costruirsi un’identità trovando un posto nella propria cultura. Le scuole devono coltivare la propria capacità narrativa e svilupparla senza pensare che si tratti di un sistema scontato.

Con le storie il bambino gioca e ‘racconta’ il suo mondo. A scuola, la narrazione aiuta l’apprendimento, la preparazione al mondo, permette di andare al cuore dei significati esistenziali e sociali. Il cuore della narrazione è rappresentato dalle crisi presenti e passate. Serve a indagare cause e motivazioni, identificare i protagonisti, scavare nei valori che portano alle azioni, analizzare intenzioni e moventi, riconoscere l’eccezione.

Negli anni ho creato il progetto delle Fiabe Agite attraverso il quale creo lo spazio dell´accadere della narrazione. Le Valigie delle storie contengono la base, lo stimolo, da cui partire al fine di poter dare valore e essere presenti in questi momenti di racconto.

La narrazione può essere verbale o scritta, può essere supportata da immagini, video ed altri canali comunicativi. Oltretutto, stimola nei bambini più piccoli anche l’approccio con le nuove tecnologie e con materie più difficili. 

Ha una forte valenza emotiva e psicologica: coinvolge, gratifica, stimola senza dover entrare in competizione con gli altri. Per questo motivo, è uno strumento educativo e di apprendimento eccezionale, ideale per diffondere valori culturali ed attivare abilità cognitive, di memoria ed attenzione, percettive e linguistiche.  

Le narrazioni aiutano lo sviluppo cognitivo, affettivo ed etico-valoriale, lo spirito critico e l’autonomia di giudizio, la sfera emotiva e dei sentimenti, fantasie ed immaginazione, le interazioni con gli altri. Apre la mente e non solo a scuola ma nelle relazioni in genere, in ogni ambito.

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Narrazione e formazione

La narrazione come strumento di formazione si muove secondo tre direzioni/motivazioni:

– valorizzare i contenuti, l’impresa, l’azione, la motivazione;

– insegnare attraverso l’ascolto e la produzione di narrazioni;

– spingere all’autobiografia, al diario. Scrivere la propria storia è un modo per apprendere qualcosa su di sé e, allo stesso tempo, di trasmetterla per formare altri alla comprensione.

Nel processo formativo, la narrazione è inevitabile: motiva, costruisce valori e obiettivi condivisi, porta alla consapevolezza di sé, al controllo delle proprie scelte, decisioni e azioni. Costruisce significati per favorire il cambiamento organizzativo e sociale.

Il Progetto delle Fiabe Agite è a disposizione di tutte le scuole e di chiunque voglia avvicinarsi, conoscere o dare spazio a questa attività e riportare al centro valoriale l´espressione di sé e l´autenticità.

 

Marijana Jufer

Ergoterapista

Ideatrice Fiabe Agite

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