Altamente sensibili
Alta sensibilità

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L‘Alta Sensibilità è un termine derivante dagli studi della psicologa e ricercatrice americana Elain Aron che descrivono persone dotate di elevati livelli di sensibilità di elaborazione sensoriale (SPS Sensory Processing sensitivity).

Tale caratteristica è un tratto della personalità legato ad un processo cognitivo più profondo a livello di stimoli emotivi, fisici, e sociali ma anche ad una maggiore sensibilità del sistema nervoso centrale. Gli studi della dottoressa Elain Aron (iniziati negli anni ’90) sono stati ripresi attraverso studi genetici, neuroscientifici ed evoluzionistici che hanno confermato le peculiari caratteristiche delle persone altamente sensibili (PAS).

L’Alta sensibilità è innata, non è un disturbo. Incide sulla percezione degli stimoli e sul modo di rispondere ad essi in ogni contesto. Alcune ricerche hanno dimostrato che il cervello di una persona altamente sensibile attiva maggiormente le aree cerebrali coinvolte nell’elaborazione approfondita degli stimoli (corteccia prefrontale, giro frontale inferiore) e nell’empatia/emotività (insula, amigdala, corteccia cingolata).

C’è una netta differenza tra ipersensibilità e alta sensibilità: la prima deriva da una necessità di adattamento ovvero da un riflesso della capacità emotiva a seguito di un trauma, la seconda è biologica.

Alta sensibilità ed ipersensibilità sono nettamente distinte per origine, tipo di comportamento e reazione che suscitano. La persona ipersensibile è emotivamente fragile, mentre la persona altamente sensibile ha un’innata capacità di percepire stimoli sottili che altri non notano, di tipo sensoriale e intuitivo.

Non è detto che le PAS debbano essere necessariamente ipersensibili.

 

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Persone altamente sensibili: caratteristiche

La persona altamente sensibile ha una percezione più profonda della realtà. Da una parte, è più empatica, si immedesima negli altri e tende a prendersi più cura di loro. Dall’altra, in circostanze ostili ed ingiuste, la PAS percepisce le situazioni ‘tossiche’ adottando strategie difensive o di rifiuto verso un ambiente negativo.

Nel suo libro Psychotherapy and the highly sensitive person (2010), Elaine Aron ha sintetizzato caratteristiche tipiche delle PAS.

Per riconoscere una persona altamente sensibile, bisogna individuare specifiche caratteristiche comportamentali come:

  • tendenza a riflettere e ponderare prima di agire in modo coscienzioso. Prende in considerazione tutti gli aspetti di possibili scelte, rischi e benefici, risultando più lenta nel decidere;
  • grande attenzione ai piccoli cambiamenti, a cogliere ed interpretare aspetti non verbali della comunicazione, a comprendere meglio le emozioni degli altri dimostrando grande empatia;
  • interesse autentico verso le ingiustizie sociali, le tematiche ambientali, il benessere degli animali nonché ottimo intuito, doti artistiche o musicali;
  • maggiore possibilità di essere sovrastimolata e sovraccaricata in particolari situazioni come esami o discorsi in pubblico;
  • maggiore emotività in situazioni emotigene e maggiore stress di fronte a novità o cambiamenti (anche positivi);
  • maggiore sensibilità anche a livello fisico (agli effetti dei farmaci e di sostanze stimolanti, sistema immunitario più reattivo);
  • effetto rilassante e calmante quando è a contatto con la natura e gli animali ed elevati effetti benefici a livello psicofisico nel praticare meditazione o yoga;
  • eccessiva reazione agli stimoli (iperreattività) che può essere dovuta anche al pensiero di non essere capita e valorizzata dagli altri;
  • incapacità di gestire le proprie emozioni reagendo, spesso, in modo esagerato attraverso comportamenti eccessivi;
  • comportamenti impulsivi dovute all’incapacità di gestire le emozioni e di considerare il pensiero razionale;
  • estrema sensibilità alle opinioni degli altri che si manifesta con la ricerca dell’approvazione altrui, insicurezza, vulnerabilità a critiche e commenti;
  • tendenza alla solitudine ed attività solitarie per proteggersi dall’intensità emotiva;
  • tendenza ad affaticarsi maggiormente e ad avere tempi di recupero più lunghi per l’eccessivo impatto degli stimoli esterni.

 

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Persone altamente sensibili: il lavoro di Nicola Ghezzani

Lo psicologo clinico e psicoterapeuta Nicola Ghezzani, fondatore della Psicologia dialettica e scrittore, è autore di un libro eccezionale: “Il dramma delle persone sensibili. Sensibilità, empatia e disagio psichico”.

Ghezzani ha voluto sfatare un mito. La cultura psichiatrica e buona parte di quella psicoterapeutica affermano che la sofferenza psichica provata dalle persone altamente sensibili dipenderebbe da un deficit (traumi precoci e irreversibili, gene difettoso). E’ falso. Gran parte della sofferenza psichica non nasce da un deficit ma da un plus, da super funzioni mentali mal adattate all’ambiente.

Quando non vengono riconosciute (anzi boicottate) dalla famiglia e dalla società, la sensibilità fuori dalla norma, la creatività e l’empatia di un individuo vengono vissute ingiustamente come un problema, difetti, una malattia. La persona altamente sensibile entra così in conflitto, subisce danni, sviluppa sintomi e sofferenze psicopatologiche.

Le persone empatiche, le grandi anime sensibili devono essere liberate dalla tirannia dei pregiudizi. Il lavoro di Nicola Ghezzani intende restituire ascolto e dignità al mondo sommerso delle persone altamente sensibili ed empatiche. Fanno parte di una mutazione genetica preziosa, di un’evoluzione mancata perché misconosciuta e ritenuta anomala, stigmatizzata.

La sensibilità non è un difetto, non è fragilità e debolezza, è una virtù non riconosciuta.

 

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Sensibilità diversa: deficit o evoluzione della specie?

Ciò che generalmente viene definita nevrosi non è altro che la reazione della persona altamente sensibile a realtà crudeli, apatiche, anaffettive che la traumatizzano. Il bambino altamente sensibile traumatizzato da un mondo ‘sbagliato’ si difende mettendo in atto strategie di occultamento: si mimetizza, finge, è timido e passivo oppure aggressivo, intrattabile, ostile.

Rabbia, paura, disagio, rifiuto, vergogna, ansia, senso di colpa, angoscia. Gli individui particolarmente dotati in fatto di sensibilità possono sviluppare disagi psichici più facilmente di altri così come potrebbero sviluppare più intelligenza.

Queste reazioni spesso vengono diagnosticate ingiustamente come problemi psichiatrici: ritardato con tratti autistici, asociale, affetto da ADHD, da curare con farmaci o rieducazione cognitiva. Non diranno mai che, invece, si tratta di un bambino superdotato, troppo empatico, intelligente, ricettivo, morale. Viene trasformato in un caso sociale, patologico. Ignoranza e diffidenza per il diverso, condanna tipica di chi discrimina.

La psicologia nei confronti dell’Alta Sensibilità ha fallito?

Ghezzani ha avanzato un’ipotesi secondo cui l’Alta Sensibilità è una variazione genetica evoluzionistica. Per progetto naturale, l’evoluzione umana ha selezionato il tratto genetico della sensibilità per potenziare le capacità cooperative dei gruppi e della specie nel suo complesso. L’individuo altamente sensibile è portato a migliorare la realtà presente nel mondo, a perfezionare i sistemi umani sociali e simbolici anche in rapporto con i sistemi naturali.

 

Per saperne di più. Marijana Jufer

 

 

 

Bibliografia e sitografia

Aron E. “The Highly Sensitive Person”, Harmony Books, 1996

Aron E., “Persone Altamente Sensibili”, Mondadori, 2018

Nicola Ghezzini, “Il dramma delle persone sensibili. Sensibilità, empatia e disagio psichico”,  Franco Angeli, 2021

Aron, E: Psychotherapy and the Highly Sensitive Person, Improving Outcomes for That Minority of People Who Are the Majority of Clients, 2010

 

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