Bambini ingestibili. Come uscire dalle spirali conflittuali e come capire e rispondere ai loro bisogni
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Educare e gestire un bambino comporta la messa in atto di una serie di strategie “salva giornata” volte a placare l’irrequietezza e la vivacità dei figli. Una domanda a cui tutti i genitori devono rispondere è se urli, schiaffi e punizioni siano efficaci per educare al meglio i bambini oppure non servano a nulla. Cosa è giusto fare per gestire la vivacità dei figli? Quali sono le strategie efficaci per uscire dalle spirali conflittuali e come riuscire a capire e a rispondere ai bisogni dei bambini? In questa guida cerchiamo di individuare le strategie più efficaci per gestire i bambini iperattivi, vivaci e “insopportabili”. 

Bambini vivaci: quali sono le cause dell’iperattività? 

Non sono ancora chiare le cause alla base dell’iperattività, che è da considerarsi come il sintomo di una incapacità di gestire le energie. Per quanto concerne le cause dell’iperattività, è necessario indagare sulla storia dei genitori, l’eventuale assunzione di sostanze tossiche, le condizioni di parto, l’assunzione di droga o di alcolici. Anche la stessa alimentazione può giocare un ruolo davvero significativo nell’acuire il comportamento iperattivo del bambino. L’assunzione quotidiana di coloranti, conservanti, edulcoranti, agenti stabilizzanti e di ogni altro additivo chimico alimentare possono essere fattori aggravanti. Inoltre, anche l’eccessiva inattività può essere una causa alla base dell’iperattività del bambino. 

Bambini ingestibili o bambini-terremoto: sintomi dell’iperattività  

Chi è il bambino-terremoto? Secondo quanto riportato dall’Associazione Psichiatrica Americana un bambino è iperattivo quando presenta almeno otto tra i disturbi del comportamento. I bambini-terremoto sono vivaci, non stanno mai fermi, hanno sempre voglia di fare, non riescono ad addormentarsi, sono irrequieti e hanno scarsa propensione ad ascoltare e ad ubbidire ai genitori e ai maestri. Può essere difficile distinguere la semplice vivacità dall’iperattività infantile: un bambino vivace può essere confuso con un bambino iperattivo, affetto da una patologia. Oltre all’agitazione, i bambini-terremoto sono imbarazzati dalla mancanza di controllo dei gesti, dalla disattenzione, dalla difficoltà nel mantenere alta la soglia dell’attenzione e della concentrazione durante le lezioni. Un bambino iperattivo mette in atto comportamenti impulsivi e/o aggressivi, è fragile emotivamente, manca di attenzione, ha difficoltà a seguire le regole a casa e a scuola, gli è impossibile restare fermo, ha difficoltà nell’organizzare le attività e si sente spesso frustato perché viene isolato socialmente. A causa dei suoi numerosi disturbi comportamentali e dei cambiamenti di umore, spesso un bambino iperattivo e vivace è “rifiutato” dai compagni di scuola. Con la crescita il bambino iperattivo inizia a rendersi conto della sua diversità e ciò può portarlo ad avere un’autostima molto bassa.

bambini adhd

Iperattività nei bambini: i rimedi 

Molto spesso i genitori dei figli iperattivi perdono la pazienza e assegnano severe punizioni. Il buon consiglio è quello di gestire la vivacità senza urla e senza picchiare i piccoli. Quindi, niente urla e niente schiaffi: non è per nulla educativo ed è controproducente punire le piccole pesti. Alzare la voce potrebbe ancora di più innervosire il bambino. Ogni genitore dovrebbe parlare alla peste con pacatezza e con calma. Le punizioni non servono: togliere il giocattolo alla peste o negargli di uscire con l’amichetto non sempre aiuta il bambino a riconoscere gli errori commessi. Anzi, la migliore strategia per un genitore è quella di “premiare” i comportamenti positivi del bambino e incentivarlo a non commettere errori. E le sculacciate? Dare uno sculaccione sul sedere del bambino può essere umiliante e produttivo, ma solo nel breve periodo, visto che il bambino obbedisce per paura. Lo sculaccione del genitore non aiuta il bambino-terremoto a comprendere l’errore commesso, che sarà ripetuto. È buon consiglio fare osservare al bambino poche regole basilari del vivere civile, senza ripetere “stai fermo”, “non toccare”, “ti picchio”.  Oltre al fatto che queste minacce e queste pratiche sono oltremodo dannose per la crescita e lo sviluppo di ogni bambino. Se non ce la fate più chiedete aiuto, noi siamo qui ad accogliervi e aiutarvi.

Iperattività patologica: la sindrome dell’ADHD 

Quando l’iperattività è patologica? L’Adhd (Attention deficit hyperactivity disorder) è uno dei disturbi comportamentali più diagnosticati di pediatri. Si tratta di uno disturbo del neurosviluppo caratterizzato da problematiche nel mantenere l’attenzione ed eccessiva attività e/o difficoltà nel controllare il proprio comportamento. I bambini-terremoto che presentano un Attention deficit hyperactivity disorder con caratteristiche di iperattività tendono a mostrare i sintomi di nervosismo, irrequietezza interna, tensione ed impulsività. I bambini affetti da ADHD manifestano alterazioni nel rendimento scolastico, nel rispetto delle regole sociali e nelle relazioni con gli altri. Negli ultimi anni diversi studi hanno studiato la correlazione tra l’ADHD e le abitudini alimentari. Da una ricerca spagnola è emerso che i bambini con ADHD mostravano:

  • scarso consumo di frutta, verdura, pasta e riso
  • bassa aderenza alla dieta mediterranea
  • elevato consumo di zucchero e caramelle
  • cattiva abitudine a non consumare la prima colazione
  • scarso consumo di pesce azzurro. 

Tuttavia, l’errata alimentazione non è l’unica causa alla base del disturbo, ma ci sono anche altri fattori da ricercarsi: predisposizione genetica, esposizione ad elevate quantità di piombo nella prima infanzia, carenza di ferro, lesioni cerebrali, uso di alcol durante la gravidanza. 

Stabilire una diagnosi affidabile rimane difficile e richiede l’intervento congiunto di un team costituito da diversi esperti: neuropsichiatra infantile, ergoterapista, psicologo e pedagogista.

Trattamento

In queste situazioni è molto importante poter intraprendere un percorso terapeutico di accompagnamento e di sostegno a tutta la famiglia. Il lavoro principale si basa inizialmente sulla conoscenza del profilo di ogni bambino e inseguito sulle dinamiche relazionali e l´acquisizione di competenze pratiche per poter agire e raggiungere gli apprendimenti desiderai e funzionare in modo soddisfacente nel proprio ambiente e nelle proprie relazioni.

Il metodo di sintonizzazione emotiva è un valido percorso possibile per tutta la famiglia.

Oltre al percorso terapeutico esiste anche una terapia farmacologica.

 

Marijana Jufer

Ergoterapista, Conseler a indirizzo psicoanalitico,

Specializzazioni in:

Pediatria,

pedo-psichiatria,

psichiatria,

Neurosviluppo,

Difensore della salute e il pensiero inconscio

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