La consulenza filosofica secondo Achenbach 
consulenza filosofica

Data

La consulenza filosofica secondo Achenbach 

Nella sua forma originaria, la consulenza filosofica secondo Achenbach è un work in progress, un dialogo libero. E’ quel dialogo tra consulente filosofico ed ospite che non ha la pretesa di offrire risposte risolutive ma che può aiutare a riflettere, ‘vivificare’ e cambiare modo di vedere il mondo. 

Il consultante inizia a raccontare le sue difficoltà affidandosi ad una forma di filosofia applicata che può rivelarsi utile alla vita pratica, quotidiana e concreta delle persone.

Gerd B. Achenbach è il padre della consulenza filosofica che rappresenta, attualmente, un’alternativa contrapposta alla psicoterapia sempre più diffusa. 

Consulenza filosofica secondo Achenbach: cos’è e a cosa serve?

Achenbach decise di praticare la sua attività di consulente filosofico per insoddisfazione nei confronti della filosofia accademica. La considerava troppo astratta, circoscritta in un ghetto accademico, sterile, lontana dal mondo reale e dai problemi che affliggono gli uomini nella vita di tutti i giorni. 

D’altra parte, Achenbach non era soddisfatto neanche delle professioni di aiuto, troppo legate al modello strumentale o terapeutico.

La consulenza filosofica è una forma di dialogo aperto tra consulente e consultante, completamente libero da metodologie. 

Può assumere le più disparate forme, riferirsi alle più diverse modalità di ricerca e riflessione che la filosofia pura ha elaborato nel corso dei secoli.

La consulenza filosofica spinge l’individuo a cercare le proprie verità e ad impossessarsene mettendo in discussione le verità imposte. Ravviva il modo di pensare del consultante: la filosofia pratica serve a ridare un senso alla propria esistenza prigioniera di schemi e modelli pre-confezionati imposti dalla società contemporanea nell’era tecnologica.

dialogo

Consulenza filosofica VS psicoterapia

La consulenza filosofica non ha regole né metodi definiti, solo il dialogo. E’ una prassi, non una tecnica da insegnare o apprendere. Non si occupa dell’inconscio del soggetto, non cerca significati nascosti ma applica un lavoro razionale. Di conseguenza, si discosta nettamente da qualsiasi forma di psicoterapia.

E’ qualcosa di diverso, superiore.

Il consulente filosofico possiede un patrimonio culturale (l’intera tradizione filosofica) che lo rende capace di affrontare qualsiasi problematica ed argomento, anche riflessioni sull’etica o sulla morte. Per certe argomentazioni, la psicoterapia non risulta essere uno strumento di indagine idoneo.

Achenbach ha abbozzato uno spunto molto interessante avanzando considerazioni razionali e filosofiche del sintomo e della malattia. Uno spunto che contrasta, decisamente, con la nostra epoca impegnata a combattere qualsiasi forma di sofferenza. Accenna alla patologia del singolo individuo come espressione del Sé.

Chi è e cosa fa il consulente filosofico

La professione del consulente filosofico è nata in Germania nel 1981 come Philosophische Praxis e diffusasi successivamente, in altri Paesi, col nome di Philosophy Practice e Philosophical counseling. 

Il consulente filosofico non intende trasmettere pillole di saggezza né dare risposte prestabilite o risolutive. Ha il grande compito di aiutare a riflettere: il consultante, grazie al confronto con questo professionista, può chiarirsi le idee, acquisire una visione diversa del mondo, scorgere nuove prospettive.

Il consulente filosofico vanta una formazione superiore in filosofia e nella pratica filosofica che lo rende capace di affrontare dialoghi su problemi concreti, quotidiani con interlocutori non esperti di filosofia.

Non indica al consultante soluzioni né modi di pensare e vivere ‘giusti’. Non definisce le cause (psicologiche o psicofisiche) dei disagi o del modo di vedere il mondo dell’ospite.

Il suo principale compito è guidare la riflessione critica sul proprio modo di pensare la realtà. Ne evidenzia i presupposti di significato, le contraddizioni tra modo di pensare e di vivere realmente la propria vita.

Chi si rivolge al consulente filosofico

Perché sempre più persone si rivolgono al consulente filosofico anziché ad uno  psicoterapeuta, psicologo o consigliere spirituale? 

Sicuramente, ciò che spinge il consultante a rivolgersi al consulente filosofico è il bisogno di sperimentare un’alternativa a medici o psicoterapeuti che non lo aiutano a risolvere i suoi problemi.

Il soggetto prova incertezza, disagio, delusione e profonda insoddisfazione per la propria esistenza. Necessita di capire cosa lo assilla, ha bisogno di riflettere su domande esistenziali, sulla propria identità. Ha un estremo bisogno di capire ed essere compreso.

In fondo, chi non si è mai trovato (o potrebbe trovarsi), ad un certo punto della vita, di fronte ad un problema che sembra insormontabile o in una situazione di stallo, senza via d’uscita?

Chi si rivolge al consulente filosofico si sente come impigliato, assillato da domande da cui non riesce a liberarsi. Ha l’impressione che la sua vita reale non corrisponda alle sue possibilità. Non chiede “cosa devo fare” ma “cosa sto facendo?”

La consulenza filosofica lo aiuta a cercare la propria strada non secondo schemi e teorie ma dialogando con l’ospite, spingendolo a capire se vive in maniera conforme a ciò che è realmente. La vera missione di questa professione è fornire all’individuo il ‘secondo pensare’, vivificarlo, vedere in modo nuovo la sua vita per favorire uno spirito non ottuso ma libero, con una coscienza dei problemi concreta ed aperta.

In cosa consiste una seduta di consulenza filosofica

Lo stesso Achenbach ha descritto nel 1983 in cosa consiste una seduta di consulenza filosofica. 

L’apertura è quella del gioco degli scacchi. L’ospite muove il bianco, fa la prima mossa. Il consulente filosofico reagisce muovendo il nero. Reagisce, risponde ma non fornisce una risposta filosofica generalizzata sul problema. 

Non si chiede al filosofo “cos’è la felicità?” bensì ci si rivolge a lui per parlare dell’infelicità.

Il soggetto, per aprirsi, ha bisogno di percepire nel consulente filosofico rispetto, partecipazione, accoglienza. 

Culturalmente, i filosofi sono preparati ad ascoltare di tutto. Sono gli eredi dei pensieri più folli, delle idee più stravaganti”.

 

Marijana Jufer

0766795073 consulenza filosofica

Altri
articoli