L’offerta del Case management: gestore della complessità 

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L’offerta del Case management: gestore della complessità

 

Negli ultimi anni, la parola chiave negli interventi sociali, assistenziali e sanitari è “la persona al centro”. Le esigenze di welfare (sociali e individuali) si fanno sempre più complessi e necessitano di una visione olistica, di interventi su misura, personalizzati, del coordinamento di una pluralità di servizi e fonti d’aiuto. 

L’offerta del Case management (gestore della complessità) prevede azioni su determinate situazioni di vita che portano ad un arresto o ad un problema che non si riesce a superare.

La metodologia del Case management nasce negli USA negli anni ’70 e si fonda su cinque elementi essenziali:

– assessment: valutazione iniziale;

– care planning: creazione di un piano di accompagnamento individualizzato;

– attuazione del progetto attraverso un pacchetto di servizi personalizzato;

– monitoraggio;

– valutazione finale.

Avanza un orientamento verso la costruzione sempre più attenta di modelli di accompagnamenti caratterizzati da un approccio multidisciplinare e interdisciplinare. Questo nuovo approccio legge in chiave olistica ogni situazione di difficoltà e fragilità che si incontra nella vita. E’ in grado di intervenire attraverso un piano non solo individuale ma personalizzato.

Chi è il gestore della complessità? 

L’offerta del Case management (gestore della complessità): cos’è

Il Case management è la metodologia che definisce nuove competenze professionali. Competenze non più rivolte alla semplice erogazione di singole prestazioni ma alla semplificazione, attivazione e coordinazione dell’insieme delle prestazioni in un approccio multidisciplinare e interdisciplinare.

Questa metodologia è stata introdotta per la prima volta nel 1998, in Italia,  grazie alla costruzione di piani assistenziali individualizzati nelle cure di comunità.

Indipendentemente dal campo di intervento, la singola occupazione non basta per offrire possibilità concrete di inclusione sociale a persone più vulnerabili che si trovano a vivere situazioni di vita complesse. Serve un approccio olistico e multidiscipinare che coinvolga servizi sociali, educativi, sanitari, abitativi, di collocamento, ecc. Tutte queste attività sono da considerare rilevanti e devono interagire tra loro per mettere in moto un’azione efficace e completa.

Situazioni complesse tipiche, per le quali il Case management rappresenta una metodologia utile ed appropriata, possono essere quelle vissute da persone con disabilità, homeless, soggetti con malattie mentali, minori da proteggere, rifugiati, disoccupati che necessitano di inclusione sociale, persone che si trovano da lungo tempo in disoccupazione o in assistenza.

Il Case Manager si occupa anche di situazioni di difficoltà esistenziale, è utile nel rifocalizzare o costruire il proprio progetto di vita. Accompagna la persona nel corso della sua realizzazione e nel raggiungimento delle mete scelte, un accompagnamento nei sistemi per potersi orientare nelle proposte di servizi e possibilità.

Vantaggi del Case management 

Si contano almeno tre principali vantaggi garantiti dal Case management:

– percorsi personalizzati, piani di accompagnamento su misura;

– incremento del take-up: gli assistiti vengono informati su tutte le risorse ed i servizi cui hanno diritto e vengono guidati nell’esplorazione dei differenti servizi che offrono risposte diverse;

– monitoraggio dei piani personalizzati messi in atto.

In qualsiasi tipo di struttura, lo sviluppo di un programma di Case management necessita di: 

– integrazione dell´accompagnamento: coerenza fra ciò che viene progettato e ciò che viene realizzato; 

– coordinamento dell’accompagnamento affinché il progetto  venga seguito da tutti i soggetti coinvolti;

– continuità assistenziale di accompagnamento, estensione del piano di accompagnamento a tutti gli ambiti di applicazione.

Il ruolo del Case manager, gestore della complessità

Il gestore della complessità è il Case manager. E’ la figura chiave della metodologia tipica del Case management.

Il ruolo del Case manager può essere ricoperto da svariate figure professionali tra cui l´ergoterapista, l´assistente sociale, educatore, psicologo, infermiere, fisioterapista, medico, psichiatra, ecc.

La figura ideale del Case manager è il professionista preparato ed in possesso di una formazione aggiuntiva ottenuta attraverso corsi ad hoc e master. Deve possedere approfondite conoscenze di accompagnamento, assistenza, dinamiche organizzative, finanza e risorse comunitarie ed un’elevata capacità di prendere decisioni.

Il professionista del Case management agisce su ogni singolo caso assumendo le tipiche abilità del manager impegnato a mettere in atto e in rete le risorse territoriali. Gestisce, fa da persona di riferimento per ogni singolo caso su cui intervenire. Esplicita l´nsieme, portando alla luce ogni esigenza dell’assistito evitando una presa in carico frammentata (che fa rimbalzare le persone fra un servizio e l’altro), inefficace e dispendiosa.

I compiti del Case manager

Il Case manager svolge diversi compiti. 

I più rilevanti sono:

– effettiva valutazione delle esigenze della persona in ottica olistica, con una visione d’insieme:

– pianificazione delle risorse, supporto, percorso assistenziale e servizi necessari;

– messa in rete di risorse ed interventi;

– informazione alla persona sulle risorse ed i percorsi di accompagnamento e assistenziali;

– coordinamento dei processi;

– comunicazione aperta tra la persona e gli altri soggetti coinvolti;

– continuità garantita della presa in carico rispondendo alle situazioni che modificano costantemente i bisogni della persona;

– monitoraggio e verifica dei servizi e delle attività assistenziali forniti;

– valutazione e reporting dell’attività svolta.

Approccio multidisciplinare e continuità assistenziale

Il Case management valuta le situazioni di fragilità in un’ottica multifattoriale, nella loro complessità e globalità. Bisogna capire che a determinare disagio, problemi, marginalità non sono le difficoltà singole ma la situazione nel suo complesso.

E’ necessario mettere insieme tutti i fattori: persona, famiglia, contesto, lavoro, territorio.

Il problema maggiore, in diversi paesi, è insito nei programmi di attuazione del Case management: risulta tuttora difficile garantire la continuità dell’assistenza, il che rende difficile la presa in carico dei pazienti nel territorio. 

Si sente forte l’esigenza di una rimodulazione strutturale del sistema sanitario e assistenziale.

Guardando alle relazioni tra persona, ambiente ed organizzazione dei servizi c’è ancora molto lavoro da fare. Ciò che serve davvero è un’integrazione istituzionale riconosciuta che permetta di lavorare secondo un approccio multidisciplinare; ciò richiede un miglioramento nell’organizzazione dei servizi per mettere in moto interventi coerenti e coordinati.

 

 

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