Paura di essere abbandonati

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La paura di essere abbandonati è comune nell’infante quando chi si prende cura di lui si allontana: entra in allarme, fa di tutto per ristabilire la vicinanza. Il bambino che vive esperienze di contatto e relazione positive con i genitori sarà in grado, da adulto, di tollerare una separazione.

L’ansia da abbandono di cui soffrono alcune persone adulte ha origini nell’infanzia; è legata ad esperienze di abbandono, instabilità o perdita (come un lutto o la malattia di una persona cara) vissute da piccoli che riguardano un genitore oppure una persona importante a livello affettivo. Può essere causata anche da relazioni inadeguate con le figure che si prendono cura del bambino, esperienze negative che lo porteranno a sperimentare ansia di separazione in età evolutiva e paura di essere abbandonato da adulto.

Paura di essere abbandonati: cause

Le motivazioni della sindrome dell’abbandono vanno ricercate nell’infanzia: dipendono dai cosiddetti modelli di attaccamento, dal tipo di relazione vissuta con i propri genitori. 

La paura di essere abbandonati non origina necessariamente da traumi o eventi drammatici, da vero e proprio abbandono o perdita di una persona cara. Può anche derivare dalla sensazione ripetuta di insicurezza provata da bambini: il bisogno di essere coccolati, protetti, compresi non è stato soddisfatto abbastanza. Il bambino si è sentito costantemente lasciato da solo, non amato, rifiutato, incompreso, giudicato, umiliato, trascurato, oggetto di rimproveri ingiustificati. “Non valgo nulla, non merito di essere amato, prima o poi gli altri mi abbandoneranno” pensa.

Si teme l’abbandono per un semplice ritardo del partner nel tornare a casa o per eventi immaginati (tradimenti) fino a distorcere vicende del tutto normali.

Come riconoscere l’ansia di abbandono?

La sindrome dell’abbandono si riconosce dai sintomi, da comportamenti, emozioni e segnali lanciati a livello psicofisico.

I ‘sintomi’ più comuni dell’eccessiva paura di essere abbandonati sono:

  • Continuo stress che può manifestarsi con cefalee, gastriti, disturbi psicosomatici;
  • Basso livello di autostima, convinzione di non valere abbastanza e di non essere degni di ricevere amore;
  • Tendenza a vivere in funzione del partner (dipendenza affettiva) cercando di compiacere, di apparire perfetto ai suoi occhi, di fare qualsiasi cosa per soddisfare le sue esigenze per paura di essere lasciato. L’amore autentico verso una persona vista per ciò che è nella realtà viene a mancare: prevale l’obiettivo di evitare l’evento della separazione in sé che, vissuto come abbandono, causerebbe emozioni dolorose;
  • Scarsa fiducia nel prossimo per la convinzione che chiunque, prima o poi, potrà ferire. Questo comportamento alimenta la paura di legarsi sentimentalmente, spinge a sua volta ad abbandonare, alla fuga dai rapporti per il timore che possano finire;
  • Difficoltà ad intraprendere relazioni sane, alla pari: chi teme di essere abbandonato non è mai se stesso, non si apre emotivamente, considera instabili o inaffidabili le persone importanti. Soffre di instabilità emotiva, ansia, angoscia, sensi di colpa;
  • Difficoltà a chiudere relazioni ‘tossiche’, storie sbagliate, talvolta violente, pur di non stare solo ed affrontare la separazione dal partner;
  • Gelosia ossessiva che porta angoscia, ansia, dolore intenso, rimuginio e ruminazione, incubi, attacchi di panico, attacchi d’ira incontrollabili, depressione, paranoia;
  • Continuo bisogno di essere rassicurato dal partner.

Sindrome dell’abbandono: come gestirla

Non si può sperare di risolvere o mitigare qualsiasi problema senza la presa di coscienza. Bisogna capire come funzionano certi meccanismi, cosa succede nelle proprie relazioni, le cause e le dinamiche di tutto questo.

La paura dell’abbandono si può gestire innanzitutto modificando il proprio comportamento nelle relazioni, sperimentando nuove azioni rispetto a ciò che si fa abitualmente e automaticamente. Ad esempio, se il partner ritarda, bisogna fermarsi e riflettere, riconoscere i propri pensieri ed emozioni scegliendo di adottare comportamenti più ragionevoli e positivi per sé e per la propria relazione. Occorre sperimentare, mettersi alla prova, esporsi alle situazioni più temute anche per capire se il timore è legato alla paura di non farcela da soli. Bisogna affrontare ogni cosa con le proprie forze per allenare la propria autonomia e recuperare l’autostima. Chi ha paura di essere abbandonato tende a dipendere dal partner annullandosi. E’ necessario farsi qualche domanda: “Cosa voglio? Chi sono? Cosa mi piace e cosa non mi piace?”. 

Nel prendersi cura di sé, si prende confidenza del senso di vuoto che si prova, delle proprie debolezze per conoscerle, fortificarsi e migliorare il rapporto con il partner.

Come superare la paura di essere abbandonati

La sindrome dell’abbandono può non riguardare solo la sfera sentimentale ma anche le amicizie, la famiglia. Potrebbe non scomparire del tutto ma è importante dare spazio alle emozioni che si provano senza forzature, senza volerle allontanare a tutti i costi senza prima averle comprese. Tentare di allontanare le emozioni significa sentirle di più. Bisogna, invece, conviverci da adulti consapevoli, fare amicizia con le proprie paure anziché subirle, accettarle e trasformarle in occasioni per migliorarsi. 

Scoprendo certi meccanismi è possibile iniziare un percorso di cambiamento per arrivare ad ottenere modifiche significative del proprio comportamento.

Generalmente, è difficile sperimentare le situazioni più temute comportandosi in modo molto diverso dal solito ed è altrettanto difficile sopportare le conseguenti emozioni.

La consulenza in analisi filosofica esistenziale (Emodeling) può aiutare molto ad acquisire la necessaria consapevolezza delle dinamiche dando loro un significato, riducendo le esperienze dolorose a livello emotivo per riuscire a comportarsi in modo diverso nonostante i timori.

 

Marijana Jufer

 

Consulenza in analisi filosofica esistenziale, Master Coach e insegnate Emodeling

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