Cosa fa un ergoterapista che lavora con i bambini?

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Con questo nuovo articolo vorrei raccontarvi ciò che facciamo nel nostro studio nel servizio di Ergoterapia per l´età evolutiva attraverso i nostri approcci sempre aggiornati, nel lavoro che facciamo con le famiglie e i bambini.

In Consonanza (suonare insieme).

L’ergoterapista per l’età evolutiva (ergoterapia pediatrica) si occupa di bambini che presentano problemi di tipo patologico, psichico e neurologico. Si tratta di bambini che possono avere già seguito un percorso di fisioterapia, di psicomotricità o che arrivano su segnalazione scolastica per problemi diversi (ritardo nell’apprendimento, disadattamento, difficoltà nell’attività di studio e di gioco, nel rapporto con gli altri, nella cura di sé).

Cosa fa un ergoterapista che lavora con i bambini?

Il percorso di ergoterapia si basa sul ‘fare’ ed è personalizzato, considera le necessità e gli interessi del singolo bambino: presta molta attenzione alle funzioni, punta sulla creatività. Attraverso il ‘fare’ il bambino può approcciarsi al mondo in modo migliore, scoprire potenzialità sconosciute o ridurre i suoi limiti. Si tiene conto del bambino nella sua interezza (piano cognitivo, relazionale, senso-motorio).

Il terapista occupazionale fa leva sulle parti sane del bambino per riabilitare e migliorare quelle più fragili puntando sull’importanza terapeutica delle attività quotidiane e coinvolgendo attivamente i genitori.

Nel mio approccio terapeutico, dopo svariati studi, ricerche e approfondimenti utilizzo una visione dell’essere umano differente, oltre al funzionale e all’organico, in quanto non sufficienti per ottenere delle evoluzioni stabili, il mio lavoro si focalizza principalmente alla fonte e pertanto sul movimento a soddisfazione. Una volta raggiunto questo si prosegue con altri metodi, scelti in base alle esigenze situazionali da risolvere, affrontare o da cui uscire al fine di raggiungere la piena soddisfazione nella propria partecipazione alla vita e pertanto nella capacità di agire.

Ergoterapista che lavora con i bambini: aree di intervento

L’ergoterapia (terapia del ‘fare’ o terapia occupazionale) è finalizzata allo sviluppo e mantenimento della capacità di agire di adulti, bambini, anziani per migliorare la salute e la qualità della vita. Mira a facilitare la partecipazione sociale consentendo anche a soggetti con capacità limitate di agire per svolgere le attività quotidiane e relazionarsi meglio con gli altri. 

L’ergoterapia con i bambini è un campo delicato: si rivolge, in realtà, a tutta la fascia da 0 a 18 anni, quindi anche agli adolescenti, che presentano svariate difficoltà nel quotidiano, a scuola, in famiglia, nelle relazioni. Serve a favorire lo sviluppo di competenze e/o a rieducare disturbi (temporanei o permanenti) di tipo cognitivo, sensoriale e motorio, a sviluppare funzioni deficitarie e se necessario ad apprendere strategie di compensazione.

I campi di applicazione dell’ergoterapia per l’infanzia sono diversi, si riferiscono a varie problematiche:

  • ADHD / Disturbi dell’attenzione (problemi di concentrazione, iperattività, difficoltà a scuola);
  • Disturbi cognitivi (difficoltà visuo-spaziali o visuo-percettive, problemi di apprendimento, organizzazione ed autonomia);
  • Autismo, in particolare nella comunicazione e nelle relazioni;
  • DSA (dislessia, disprassia, discalculia);
  • Disturbi percettivi (problemi nel movimento, nel gioco, alterazioni sensoriali o dell’equilibrio);
  • Disturbi della motricità fine (difficoltà di scrittura e di grafo-motricità, di impugnatura);
  • Disturbi dello sviluppo;
  • Ritardi mentali o problemi di salute mentale;
  • Sindrome di Down;
  • Paresi cerebrali infantili, traumi craniocerebrali.

I due strumenti di analisi dell’ergoterapista: valutazione e osservazione

L’ergoterapista si avvale di due strumenti di analisi funzionale per conoscere il piccolo paziente: la valutazione e l’osservazione.

Con la valutazione il terapista occupazionale indaga gli interessi e le possibilità del bambino nello svolgere attività. Valuta generalmente i bambini più piccoli attraverso il gioco per mettere alla prova capacità pratiche, competenze e potenzialità creative, interazione con gli oggetti del bambino, eventuali problematiche comportamentali o motorie, livello di sviluppo affettivo.

Per valutare i bambini più grandi, può utilizzare il modello Vivaio da cui emergono competenze ed interessi, l’immagine di sé, abilità percettive (percezione sensoriale e dei rapporti temporali), motorie, di coordinazione e grafomotorie, aspetti relazionali, orientamento del corpo nello spazio. 

La valutazione è essenziale per l’approfondimento diagnostico e per pianificare una terapia adeguata e personalizzata, priorità, durata e frequenza del trattamento. Naturalmente, la conoscenza dei quadri patologici è determinante per una comprensione completa del piccolo paziente. 

Al termine della valutazione, l’ergoterapista stilerà un rapporto inviandolo ai collaboratori coinvolti. L’ergoterapista si avvale sempre della collaborazione di medici, pediatri, professionisti scolastici ed altri terapisti per lavorare in sinergia multidisciplinare, in maniera coordinata ed efficace. Ciò che conta è l’obiettivo comune: aiutare il bambino ad introdursi meglio all’interno dell’ambiente familiare e scolastico, nel gruppo di amici.

L’osservazione del bambino è uno studio continuo

L’osservazione di ciò che il bambino è in grado di fare da solo o con l’aiuto di un adulto a livello emotivo e funzionale è l’altro strumento importante per l’analisi funzionale dell’ergoterapista. E’ intrinseca alla terapia, uno studio continuo; richiede anche una certa empatia con il piccolo paziente e capacità di ascolto. 

E’ necessario osservare diversi aspetti: il modo di affrontare le attività, cosa può bloccare il bambino (fattori emotivi, funzionali), situazione affettivo-relazionale, posture, abilità cognitive e di comunicazione, gioco, livello neuropsicologico e grafomotorio, sensorialità, orientamento spaziale, motricità, tono, coordinazione, autonomia personale, competenze percettive.

L’ergoterapista dovrà instaurare una relazione con la famiglia del bambino da coinvolgere attivamente e con cui interagire nel corso di tutta la terapia.

Cosa fa un ergoterapista che lavora con i bambini nel luogo del ‘fare’

L’ergoterapista ha a disposizione diversi metodi ed approcci terapeutici che sceglierà in base all’età del bambino, alle difficoltà ed agli obiettivi da raggiungere. Si utilizza principalmente il gioco, lo strumento principale in età pediatrica per stimolare lo sviluppo delle funzioni deficitarie. Attraverso le attività ludiche, i bambini sperimentano e progrediscono: talvolta, l’ergoterapista suggerisce ai genitori idee di gioco e stimolazione da sperimentare a casa, che possono essere utili per un’evoluzione più rapida del bimbo.

La stanza di terapia occupazionale, il ‘luogo del fare’, ha le sue regole, i suoi tempi, giocattoli, attrezzi e materiali per le attività. Ha i suoi spazi da adattare in base alle esigenze del bambino o gruppo di bambini: quello per la cucina, per lavorare il legno, per dipingere e il luogo del gioco simbolico. La stanza deve stimolare e, allo stesso tempo, rassicurare, rilassare e consentire di esplorare, facendo riemergere desideri e bisogni; deve essere colorata, luminosa quanto basta.

Oltre alla stanza del ‘fare’, se necessario, l’ergoterapista potrebbe supervisionare i luoghi frequentati dal bambino, accompagnarlo al supermercato o altrove, per aiutarlo ad orientarsi e adattarsi ai vari luoghi, affiancarlo nell’utilizzo dei mezzi pubblici per renderlo più autonomo.

Il mio approccio nell’interazione con bambino, oggetti e genitori

Nel corso della terapia avvengono processi interattivi tra ergoterapista, bambino, genitori, oggetti da utilizzare per il gioco. L’attività, le occupazioni sono l’elemento essenziale nella vita dell’essere umano.

Le attività del bambino vengono analizzate in base ad aspetti come l’organizzazione dello spazio di lavoro e temporale, fattori cognitivi, percettivo-motori, affettivi, di interazione con gli altri, dipendenza-indipendenza, gioco senso-motorio e simbolico, creatività, identità di sé e culturale, espressione.

Per noi il coinvolgimento dei genitori (soprattutto della madre) è molto importante. Attraverso la capacità del terapeuta di interagire con il bambino, la madre può essere supportata nel riconoscere i veri bisogni e la vera personalità del figlio che la patologia può celare.  

Facendo sentire sempre la sua presenza e disponibilità senza mai essere invadente, il terapeuta si fa interprete dei desideri e delle scelte del bambino. Dal canto loro, i genitori dovranno credere alle potenzialità del figlio accettandone anche i limiti senza mai perdere di vista la realtà.

La terapia comincia a dare i primi risultati positivi quando il piccolo paziente lascia intravedere i suoi sentimenti, quando le emozioni iniziano a guidare i pensieri, si attiva la fantasia, i rapporti con gli altri si fanno più chiari. Ad esempio, un primo segnale di crescita si manifesta quando il bambino riesce a trasformare la rabbia in dolore. Il bambino acquisisce un’autocoscienza. 

Misurarsi con i propri limiti e abilità in un ambiente non giudicante

Soprattutto nei casi di disturbo generalizzato dello sviluppo (in cui il bambino non riesce a distinguere gli stimoli), l’ergoterapia attraverso l’esperienza del fare attiva diversi canali percettivi e sensoriali grazie ai quali una realtà dapprima frammentata diventa più integrata. Il terapista occupazionale ha un ruolo molto simile a quello materno: dà un significato agli elementi sensoriali/emotivi del bimbo non ancora elaborati. Da semplice spettatore il bambino pian piano diventa esecutore, attore.

Le varie attività della terapia occupazionale devono dare l’opportunità di misurarsi tanto con i propri limiti quanto con le proprie abilità in un ambiente mai giudicante, di sostegno nel raggiungimento di certi traguardi inizialmente semplici, poi via via sempre più complessi. L’obiettivo numero uno è offrire al bambino la possibilità di esprimere una scelta derivante dai suoi bisogni attraverso le stimolazioni sensoriali (prima) e le integrazioni sensoriali (poi).

Le attività utili in ergoterapia sono di tipo grafico-espressivo (pittura, disegno), corporeo-espressivo (canto, ballo), plastico (modellaggio, manipolazione di materiali), cucina. Queste attività stimolano memoria, attenzione, concentrazione, pianificazione, problem solving, abilità della vita quotidiana. I giochi possono essere i più disparati: giochi di memoria, di stimolazione tattile e uditiva, puzzle, giochi ad incastro, cacce al tesoro.

Ogni bambino è un essere unico, un mondo a sé stante, unico sia per la sua personalità e storia personale sia per i problemi che può manifestare.  

I bambini sono creature preziose: gli adulti di riferimento (dal genitore all’insegnante) hanno la responsabilità della loro crescita. E’ importante prestare particolare attenzione al comportamento dei bambini (sofferenze, segnali, richieste di aiuto) pensando al loro futuro.

 

Marijana Jufer

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