Disturbi di regolazione / autoregolazione: reattività emotiva

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La reattività emotiva (o regolazione emotiva) scandisce i nostri processi mentali quotidiani. Racchiude in sé tutti quei comportamenti che ci consentono, a livello più o meno cosciente, di monitorare, valutare e modulare le nostre risposte emotive agli stimoli esterni o interni. Rientrano nella reattività emotiva tutte quelle strategie che adottiamo per rispondere alle emozioni positive o negative attenuandole o intensificandole. La reattività emotiva diventa un problema quando si blocca, si annulla davanti ad emozioni troppo forti o troppo grandi perché, bloccandosi, non consente di sopprimere un comportamento disfunzionale, dunque di avere il controllo sulle emozioni.

Cosa sono i disturbi di regolazione /autoregolazione? Come si manifestano, in particolare, nei bambini autistici e come intervenire?

Disturbi di regolazione / autoregolazione: cosa sono

I disturbi di regolazione/autoregolazione consistono in una serie di comportamenti anomali messi in atto dal bambino in reazione agli stimoli ambientali. Può trattarsi di eccessiva irritabilità, iperattività, ipoattività, bassa tolleranza alla frustrazione.

Ogni bambino è un essere unico, con un proprio temperamento e reattività agli stimoli esterni ed interni. Esiste, però, un modo obiettivo per distinguere un comportamento tipico da uno atipico, dato dalla qualità e dall’intensità della modalità reattiva del bimbo. La reattività emotiva diventa patologica quando incide notevolmente sul funzionamento adattativo. Spesso, i bambini molto piccoli piangono in certe occasioni (ad esempio, al momento della pappa oppure al cambio del pannolino). Quando il pianto diventa costante e inconsolabile, allora si parla di eccessiva irritabilità. 

Il disturbo di regolazione (o disregolazione) evidenzia la difficoltà del bimbo nel gestire comportamenti, emozioni ed abilità motorie in reazione ad uno stimolo sensoriale (visivo, tattile, olfattivo, uditivo, gustativo, propriocettivo o relativo alla sensazione generata dal movimento).

Questi disturbi possono manifestarsi isolatamente o in associazione con altre patologie o disturbi (in particolare, con il disturbo dello spettro autistico e il deficit dell’attenzione/iperattività DDAI).

Nel piccolo si amplificano la sensibilità agli stimoli emozionali, l’intensità nella risposta a tali stimoli, il tempo utile per tornare ad una condizione normale. Presenta una disfunzione del processamento dell’informazione ed è incapace di distogliere l’attenzione dagli stimoli emozionali.

La capacità di autoregolazione si sviluppa soltanto se il bambino fa esperienza di un attaccamento sicuro con il genitore o una figura adulta di riferimento. Alcuni bambini hanno una sensibilità tale da aver bisogno di “super” genitori, capaci di captare e rispondere in maniera soddisfacente alle richieste e ai bisogni del bambino. In questi casi siamo a disposizione per aiutare i genitori attraverso un accompagnamento/affiancamento per riuscire ad arrivare a sostenere una tale richiesta di efficienza, risposte e attenzioni e permettere così alla famigli di vivere in un ambiente relazionale appagante e più sereno. 

Regolazione e autoregolazione nello sviluppo del bambino

La regolazione emotiva viene definita la capacità, posseduta dal bambino fin dalla nascita, di regolare le proprie emozioni organizzando l’esperienza e le risposte comportamentali.

E’ caratterizzata da:

  • Disponibilità a sperimentare emozioni positive e negative;
  • Comprensione, consapevolezza ed accettazione dei vari stati emotivi;
  • Impegno nel rispondere emotivamente in modo bilanciato agli stimoli esterni e interni;
  • Capacità di modulare intensità e durata della risposta emotiva;
  • Spostamento dell’emozione disfunzionale senza sopprimerla.

Carenze in uno di questi cinque aspetti determinano disregolazione emotiva, disturbi di regolazione a di autoregolazione.

Durante lo sviluppo, il piccolo amplia modelli di autoregolazione fisiologica già presenti in età neonatale con cui si adatta alle situazioni ambientali interagendo con la mamma. Imparerà col tempo a modulare la tensione proveniente da eventi stressanti di tipo ambientale. 

I disturbi di regolazione (sensoriali, affettivi-relazionali, attentivi, motori, comportamentali) possono incidere negativamente sullo sviluppo del bambino. Possono causare difficoltà sensoriali, sensomotorie e di elaborazione dell’informazione. Sono dovuti ad un’eccessiva o limitata reattività emotiva (agli stimoli sensoriali) che compromettono le abilità motorie (coordinazione, organizzazione del movimento in sequenza). La disregolazione si manifesta nella difficoltà del controllo dell’azione, attenzione, comportamento (che diventa impulsivo o aggressivo) e di modulazione degli stati affettivi e relazionali.

A livello fisiologico il bambino con disturbi di autoregolazione può avere difficoltà nella nutrizione (incapacità di gestire la fame e la sazietà) o nei ritmi del sonno-veglia (disturbi di avvio e mantenimento del sonno, spesso legati a disregolazione emotiva che si manifesta con aggressività e ansia da separazione).

Ipersensibilità, iposensibilità e impulsività: i 4 principali disturbi di regolazione

I principali disturbi di regolazione della processazione sensoriale riguardano tre tipologie di reattività emotiva:

  • Ipersensibilità: eccessiva risposta agli stimoli ambientali che si manifesta con inibizione, prudenza eccessiva o, al contrario, opposività e negatività;
  • Iposensibilità: risposta ridotta e limitata agli stimoli esterni che si manifesta con stanchezza, distrazione, apatia, disinteresse per il mondo circostante e per le relazioni;
  • Impulsività, caratterizzata da elevati livelli di attività, ricerca di stimolazione e di contatto, disorganizzazione, comportamento avventato, condotta rischiosa (il bambino è soggetto a frequenti incidenti).

Spesso, i disturbi di regolazione non vengono individuati e riconosciuti nel bambino e sono destinati ad aggravarsi col tempo fino a caratterizzare disturbi:

  • Dell’attaccamento;
  • Della condotta;
  • DDAI (deficit dell’attenzione/iperattività), uno dei disturbi di regolazione più frequenti nei bambini, quello che caratterizza maggiormente l’impulsività in età infantile-adolescenziale, dovuto a fattori genetici ed ambientali. Il bambino risulta essere disattento, iperattivo, impulsivo a casa e a scuola con difficoltà di tipo comportamentale e attentivo;
  • Dello spettro autistico: questo disturbo merita un paragrafo a parte.

Disturbi di regolazione e Autismo

I disturbi dello spettro autistico sono caratterizzati da una difficoltà generale nell’instaurare relazioni interpersonali a causa di problematiche del neurosviluppo. Tali difficoltà portano a diversi effetti di tipo cognitivo, affettivo e comportamentale. Esordiscono nei primi anni di vita, compromettono la qualità della comunicazione e delle interazioni sociali (risultano ripetitive e stereotipate).

Diversi studi clinici hanno rilevato caratteristiche tipiche dell’autismo: 

  • deficit nella motricità;
  • deficit nell’espressione e nella regolazione del disagio emotivo;
  • difficoltà di tipo sensoriale.

La reattività sensoriale ed emotiva del bambino autistico è molto variabile, caratterizzata da sbalzi repentini che portano a comportamenti di chiusura difensiva, irritabilità, iperattività motoria. 

Nei bambini con disturbi dello spettro autistico le alterazioni sensoriali rendono difficile l’integrazione sensoriale e, di conseguenza, l’autoregolazione emotiva.

Risulta necessario intervenire individuando in ciascun bambino gli aspetti sensoriali alterati, le modalità di autoregolazione messe in atto: si parte da qui per riuscire ad aiutare il bambino a sperimentare condotte più adeguate ed efficaci.

autismo

Autoregolazione emotiva e Autismo: l’approccio basato sull’Integrazione Sensoriale

Generalmente, per intervenire sull’autoregolazione emotiva nei casi di autismo, si lavora attraverso la terapia cognitivo-comportamentale per ridurre gradualmente le esplosioni emotive.

La regolazione/autoregolazione emotiva fa parte del cosiddetto funzionamento esecutivo che comprende abilità di gestione comportamentale come attenzione, pianificazione, flessibilità, inibizione, organizzazione, memoria di lavoro, risoluzione dei problemi.

Si è scoperto che certe funzioni esecutive cerebrali considerate innate, che coinvolgono il comportamento, nei bambini autistici possono essere modificate, apprese, migliorate una volta che il bambino ha individuato e classificato le emozioni. 

E’ importante riconoscere precocemente i disturbi delle percezioni sensoriali tipici dell’autismo per intervenire subito: lavorare sulle anomalie della processazione e integrazione sensoriale in età adolescenziale può risultare più complesso. 

Bisogna concentrarsi sul concetto di ‘disfunzione dell’integrazione sensoriale’ coniato dalla terapista occupazionale Anna Jean Ayres che è alla base dei disturbi dello sviluppo.

Un disturbo di tipo emozionale, di apprendimento e comportamentale può dipendere da un disordine biologico che non permette un’organizzazione efficiente dell’input sensoriale trasmesso al sistema nervoso. Tutto questo porta ad anomalie dell’elaborazione e dell’integrazione sensoriale.

Nell’approccio basato sull’integrazione sensoriale (Sensory Integration Approach), è importante effettuare una valutazione globale, olistica, per esaminare in che modo il bambino riceve, modula, elabora e reagisce agli input sensoriali. Una volta individuato il profilo sensoriale ed emotivo, sarà possibile intervenire con un lavoro mirato che coinvolge anche genitori ed insegnanti.

Attraverso l’approccio basato sull’integrazione sensoriale e sul modello DIR/Floortime cerchiamo di spostare il focus dal sintomo alle cause. Durante le sedute, viene coinvolto ogni sistema sensoriale (tattile, visivo, uditivo, olfattivo, gustativo, propriocettivo, vestibolare). Il cuore dell’integrazione sensoriale è il sistema vestibolare scoperto da Ayres, ovvero il sistema del movimento: si lavora soprattutto sul processamento tattile, propriocettivo e vestibolare. Alla base come forza che muove il tutto e fa da collante interiore come principale mezzo è affettività nelle relazioni significative e importanti per il bambino.

Marijana Jufer

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