Un bambino sano in un ambiente inadatto e le sue opposizioni e intolleranze alle storture
capricci

Data

Spesso, la psicopatologia altro non è che un mancato sviluppo del bambino legato all’ambiente circostante. Non fa eccezione il Disturbo Oppositivo Provocatorio, caratterizzato da comportamenti ostili, negativistici, provocatori, aggressivi in reazione alle regole sociali ed al tentativo di adattarsi. I cosiddetti ‘enfants terribles’, i bambini difficili, i ‘piccoli selvaggi’ entrano in conflittualità con il mondo e con gli adulti, non rispettano le regole, reagiscono con scoppi d’ira di fronte a divieti ed obblighi. E’ importante evidenziare, in questo contesto, che un bambino sano in un ambiente inadatto manifesta opposizioni ed intolleranze alle storture. 

Va capito, non cambiato: bisogna comprendere l’ambiente che lo circonda, il perché del suo atteggiamento, la dolorosa solitudine, il male interiore che lo affligge. Spesso, è ostile perché tenta di difendersi da un ambiente inadeguato che lo spinge a diffidare degli altri.

Cosa si intende per ambiente inadatto e come aiutare i bambini difficili?

DOP: un bambino sano in un ambiente inadatto

Un comportamento ostile e ribelle in un bambino è normale: indica la volontà del bambino di diventare autonomo, di scoprire il mondo, sperimentare, acquisire un’identità, autoregolarsi. Quando questo atteggiamento persiste nell’ambiente familiare e sociale, l’atteggiamento normale si trasforma in Disturbo Oppositivo Provocatorio. In questo caso, non si tratta soltanto di aggressività reattiva ma di provocazione, sfida, volontà di disturbare un ambiente che il bambino considera frustrante ed irritante.

Secondo la Teoria dell’Apprendimento Sociale, il bambino impara a comportarsi adeguatamente al suo ambiente osservando i modelli genitoriali e parentali, prima imitandoli poi acquisendo consapevolezza delle regole da rispettare. Sostanzialmente, il comportamento di un bambino riflette gli insegnamenti acquisiti dall’ambiente: se si comporta in modo aggressivo e provocatorio, probabilmente nell’ambiente circostante (famiglia, scuola, ente sportivo, ecc.) le prepotenze vengono accettate e ricompensate.

L’apprendimento deviante responsabile di condotte aggressive del bambino può avere origine all’interno della famiglia (ad esempio, genitori autoritari), della scuola o tramite i media, film, TV, videogame violenti che possono influenzarlo. 

ostilità e provocazioni

Disturbo Oppositivo Provocatorio e problematiche ambientali: la teoria di John Bowlby

Secondo lo psicologo inglese John Bowlby l’insicurezza e diffidenza degli altri non sempre dipendono da un’incapacità cognitiva: possono essere frutto di pregiudizi e di un ambiente sociale inadatto, soprattutto familiare. Nei primi 8 mesi di vita, il bimbo impara a gattonare, si allontana dalla mamma per conoscere l’ambiente circostante. Da una parte, vuole sentirsi libero di esplorarlo, dall’altra, ha l’istinto di cercare il supporto della persona adulta, un rifugio in cui tornare quando percepisce il pericolo. 

Se la mamma o la ‘figura di attaccamento’ risponderà alle sue richieste di sostegno, affronterà sereno le sue esperienze con il mondo circostante. Al contrario, avrà paura non potendosi fidare dell’adulto assente o distaccato, incapace di difenderlo: nel corso del tempo, il bambino diffiderà del prossimo e svilupperà una specie di ‘rabbia disfunzionale’, a mezza via tra collera e delusione. Indirettamente, manifesta aggressività e rifiuto per ‘punire’ la madre di un amore incerto e di una mancata attenzione nei suoi confronti.

Il bambino ha bisogno di stabilità, amore, certezze, figure di riferimento affidabili. Gli effetti di una separazione o di un divorzio dei genitori possono portare il bambino a sviluppare il Disturbo Oppositivo Provocatorio o altre forme di aggressività. Il bambino, specie quando non capisce le cause della separazione, può soffrire di sensi di colpa e sentirsi responsabile di quanto accade.

Ostilità del bambino o genitorialità ostile?

I bambini con DOP possono aver subito una genitorialità ostile ma non è sempre facile determinare se è il comportamento ribelle del bambino a causare una reazione ostile dei genitori oppure se è quest’ultima ad aver provocato il comportamento problematico e provocatorio del bambino. Oppure un mix di entrambe le cose.

In caso di evidente trascuratezza o maltrattamenti subiti dal bambino, l’attenzione clinica può servire a ridurre il contributo ambientale soprattutto in contesti istituzionali (case famiglia, orfanotrofi).

Più in generale, l’impossibilità di stabilire una distinzione di causa-effetto non incide sulla diagnosi e sul trattamento rivolto al bambino.

Come aiutare il bambino con DOP: metodi ecologici e di sintonizzazione emotiva (le nuove frontiere e il lavoro sulla costituzione base)

Il trattamento del DOP può comprende terapie farmacologiche (necessarie per gestire ansia, depressione, deficit di attenzione/iperattività) e, soprattutto, terapie pedo-psichiatriche (psicoterapie, ergoterapia e altre) rivolte non solo al bambino ma anche ai genitori o alla scuola (interventi di tipo psicosociale).

I nuovi approcci ecologici (che entrano nelle sfere di vita quotidiana del bambino agendo all´interno nel suo ambiente in modo il più rispettoso e aderente alle sue caratteristiche e ai suoi bisogni) mirano verso le terapie che hanno come base la sintonizzazione emotiva e la teoria polivagale .

bambini felici

Come aiutare il bambino con DOP: la terapia cognitivo comportamentale (i percorsi comuni)

Il trattamento del DOP comprende terapie farmacologiche (necessarie per gestire ansia, depressione, deficit di attenzione/iperattività) e, soprattutto, psicoterapie rivolte non solo al bambino ma anche ai genitori o alla scuola (interventi di tipo psicosociale).

Risulta di particolare importanza ed efficacia la Terapia Cognitivo Comportamentale con cui il bambino impara tecniche di gestione di pensieri ed emozioni scatenate da situazioni che sente come frustranti e pericolose. Il trattamento comprende 3 principali fasi:

  • Fase psico-educativa: serve a riconoscere i processi che causano rabbia, il rapporto che intercorre tra situazioni, emozioni e comportamenti;
  • Apprendimento di abilità, di strategie comportamentali e cognitive per gestire situazioni che scatenano rabbia. Il bambino impara a dialogare positivamente con se stesso, ad esprimere correttamente le sue emozioni e le richieste esterne, a trovare soluzioni migliori ai problemi quotidiani, ad avere più autocontrollo;
  • Abilità acquisite da trasformare in abitudini mettendole in pratica nella vita di tutti i giorni.

La Terapia Cognitivo Comportamentale prevede una fase psico-educativa anche per i genitori che li aiuterà ad attuare tecniche comportamentali fornite dal terapeuta per rendere l’ambiente familiare stabile e coerente.

I genitori impareranno ad avere un’idea più realistica delle abilità genitoriali positive da adottare; impareranno a concentrare l’attenzione sui comportamenti positivi del bambino limitando quelli negativi.

 

Marijana Jufer

Ergoterapista, Conseler a indirizzo psicoanalitico,

Specializzazioni in:

Pediatria,

pedo-psichiatria,

psichiatria,

Neurosviluppo,

Difensore della salute e il pensiero inconscio

Altri
articoli